Fratture del capitello radiale
Le fratture del capitello radiale coinvolgono il capitello e\o il collo del radio. Queste sono le più frequenti fratture del gomito, solitamente sono causate da una caduta sul palmo della mano atteggiata a difesa con il gomito in leggera flessione.
La classificazione prevede 4 tipi di fratture (Fig. 1):
- Frattura ad un solo frammento composta (in questo caso il frammento osseo rimane nella sua posizione anatomica).
- Frattura ad un solo frammento scomposta (in questo caso il frammento osseo si sposta rispetto al resto del capitello) oppure frattura del collo del capitello.
- Frattura pluri-frammentaria (costituita da numerosi frammenti).
- Frattura associata a lussazione del gomito (in questo caso qualsiasi tipo di frattura tra quelli precedentemente descritti si associa alla lussazione, ossia alla perdita dei normali rapporti tra le ossa del gomito).
Il trattamento si diversifica per tipo di frattura. Le fratture di tipo I sono le più semplici e vengono trattate con una breve immobilizzazione (due-quattro giorni) seguita da una cauta e precoce riabilitazione. Nelle fratture di tipo II è indicato l’intervento chirurgico, nel quale i frammenti vengono ricomposti ed uniti con piccole viti (riduzione ed osteosintesi) (Fig. 2 a, b).
Nelle Tipo III viene sempre tentata la riduzione e l’osteosintesi con piccole viti o con l’ausilio di una placca metallica, costruita appositamente per le fratture del capitello radiale (Fig. 3 a, b).
Qualora non sia possibile la sintesi chirurgica perché i frammenti sono di piccole dimensioni esistono due alternative, o i frammenti vengono semplicemente rimossi ovvero il capitello viene escisso e sostituito con una protesi (Fig. 4 a, b).
La sostituzione protesica è particolarmente indicata quando a tale frattura si associa la lussazione (Tipo IV) poiché la rimozione del capitello radiale potrebbe ridurre la stabilità del gomito, e comportare la recidiva della lussazione. L’escissione del capitello radiale è indicata raramente ed in assenza di altre lesioni ossee o legamentose (meno del 10% delle fratture di capitello radiale).
Le complicanze più importanti di tali ratture sono:
- La rigidità, vale a dire la riduzione dei movimenti del gomito, in particolare quelli di prono-supinazione, correlata alla persistenza di uno spostamento dei frammenti, alla formazione di tessuto osseo troppo abbondante (ossificazioni), a retrazione delle strutture capsulo-legamentose, ad un errata riabilitazione o immobilizzazione prolungata.
- Le ossificazioni eterotopiche, ossia la formazione di osso in siti dove normalmente non è presente (muscoli, capsula e legamenti vicini al gomito)(Fig. 5). Queste possono comportare una riduzione del movimento del gomito.
3. l’artrosi post-trauamatica, ossia una usura precoce delle superfici articolari causata dal trauma.
4. l’instabilità, ossia la tendenza del gomito o del solo capitello radiale a lussarsi o sublussarsi, dovuta ad una non corretta guarigione della frattura e\o dei legamenti.
5. la pseudoartrosi, ossia la mancata guarigione della frattura (Fig. 6).
Infine, è importante sottolineare che il capitello radiale svolge un ruolo estremamente importante nel mantenimento della stabilità del gomito, per questo motivo quando la frattura del capitello è associata a lussazione viene sempre tentata la ricostruzione o viene impiantata una protesi.
Dopo la guarigione delle strutture capsulo-legamentose è possibile rimuovere la placca, le viti od il capitello se questo è andato incontro a pseudoartrosi.
Inoltre è possibile rimuovere la protesi con un secondo intervento chirurgico se questa non si è integrata correttamente o se provoca problemi durante il movimento.
Questa presentazione è diretta ad utenti comuni. Per informazioni più dettagliate e dirette a personale medico o paramedico si consiglia di scaricare il file “Fratture capitello radiale.pdf” nella sezione aggiornamento